Definita una volta colite o colon irritabile, la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è un disturbo gastrointestinale comune che coinvolge tutto l’intestino e i cui sintomi possono influire anche davvero tanto sulla qualità della vita di chi ne soffre. È caratterizzata da dolore o fastidio addominale, gonfiore e flatulenza, diarrea e/o costipazione, presenti a volte anche in contemporanea, ma al di là della sintomatologia, quello che si rileva è un’aumentata permeabilità della mucosa intestinale.
Con una barriera intestinale infiammata e irritata è fondamentale ripristinare il microbiota alterato ed è quindi sempre consigliata una somministrazione di probiotici, come citato anche nelle linee guida internazionali sull’IBS.
I probiotici sono microrganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, conferiscono benefici alla salute dell’ospite. Questo viene affermato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale li definisce in questo modo e quindi, in grado di prevenire o migliorare alcune condizioni patologiche.
Il loro consumo è associato a una serie di effetti benefici sulla salute come la stimolazione del sistema immunitario, la protezione contro malattie diarroiche e infezioni, l’abbassamento del colesterolo, l’attenuazione dei disturbi immuno-infiammatori conclamati.
Per questo motivo, c’è sempre più interesse commerciale per gli alimenti funzionali contenenti ceppi di probiotici, grazie alla consapevolezza del loro beneficio sulla salute dell’intestino e per la prevenzione e la terapia delle malattie.
- Ma quali sono i ceppi batterici probiotici più benefici? Il Bacillus coagulans
La maggior parte dei microrganismi probiotici appartiene ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium, tuttavia, anche altri batteri e addirittura alcuni lieviti possono possedere proprietà probiotiche.
Tra questi, in particolare è stato studiato il Bacillus coagulans, presente sul mercato come ingrediente alimentare da quasi due decenni, con il nome commerciale LactoSpore®.
Il B. coagulans è un preparato probiotico stabile a temperatura ambiente, privo di lattosio e non OGM con la capacità di resistere al calore elevato e al pH dello stomaco, arrivando inalterato nell’intestino.
I pazienti trattati negli studi clinici con questo ceppo batterico, hanno avuto un cambiamento/diminuzione significativa dei sintomi clinici dell’IBS come gonfiore, vomito, diarrea, dolore addominale e frequenza delle feci rispetto al gruppo trattato con il placebo che non ha mostrato alcun miglioramento. Allo stesso modo, è diminuita anche la gravità della malattia ed è aumentata la qualità della vita nel gruppo di pazienti che ha ricevuto una somministrazione di B. coagulans.
Le dosi prese in analisi sono state di 2 × 109 CFU/giorno di probiotico ovvero 2 miliardi di Bacillus coagulans, per 90 giorni di integrazione, condizione che in conclusione ha fatto risultare questa terapia come sicura ed efficace nei pazienti con IBS a predominanza diarroica.
Il B. coagulans potrebbe dunque avere un potenziale nella terapia aggiuntiva per l’IBS poiché i probiotici hanno un effetto benefico sulla mucosa intestinale attraverso diversi meccanismi proposti che includono la soppressione della crescita e il legame dei batteri patogeni, il miglioramento della funzione di barriera dell’epitelio intestinale e l’alterazione dell’attività immunitaria dell’ospite.
La fitoterapia intestinale
Tra i rimedi naturali annoverati per la cura dell’intestino irritabile ricordiamo l’efficacia delle erbe cosiddette emollienti e antinfiammatorie.
Parliamo di piante come la Melissa, ad azione spasmolitica e tranquillante, molto attiva a livello psicosomatico per placare quelle che sono le tensioni gastrointestinali. L’Angelica, antinfiammatoria e rilassante gastrointestinale. Il gel di Aloe, lenitivo e cicatrizzante e la Malva, con le sue mucillagini che fanno da scudo alle sostanze aggressive e svolgono un’azione antinfiammatoria.
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