“Gl’innamorati”, di Carlo Goldoni, è un’opera divertente e folle. Pur essendovi all’interno tutte le maschere ereditate dalla Commedia dell’Arte, infatti, ha in sé un senso di modernità, sia nella scrittura che nella qualità dei personaggi. Gli innamorati di questa pièce all’amore ci sanno solo giocare: saltellano tra follie, ansie e sospiri senza curarsi di quando cadranno. Tra di loro si parlano, ma non si capiscono, a volte nemmeno si vedono, stupendosi di ritrovarsi l’uno addosso all’altro. Quando accade passano da uno schiaffo a un bacio senza alcun ritegno. La tensione è costante, in un gioco veloce, che definisce l’incostanza di una relazione appassionata. La parola si mischia alla canzone; il comico al drammatico. Ed è per questo che il mondo del genere musicale degli anni 50 Musicarello calza a pennello, perché tutti abbiamo bisogno di cantare quando proviamo emozioni e allo stesso tempo, spesso non riusciamo a tenere gli occhi aperti mentre lo facciamo perché farlo spalanca il cuore e fa sentire felici, ma allo stesso tempo fragili.
La trama è questa: una piccola compagnia teatrale deve provare il proprio spettacolo “Gli innamorati” di settimana su un palcoscenico diverso, per cui, a causa della povertà della produzione e della mancanza di ingaggi, gli attori devono adattare ogni volta le proprie interpretazioni su palcoscenici occupati dalle ingombranti scenografie degli spettacoli ufficiali, nel giorno in cui quelli sono di riposo: il lunedì.
Questo strazio va avanti da due anni, mentre assieme alle trame dell’opera si intrecciano quelle della vita privata e quotidiana di ognuno dei protagonisti: c’è Gianni, il giovane attore e assistente alla regia che deve far fronte alle situazioni più disparate, inventandosi ora macchinista, ora come attore dai mille ruoli. Ci sono poi Eleonora e Beatrice, l’una attrice sempre relegata in ruoli minori e l’altra giovane promessa amata da tutti, ma soprattutto da Leonardo, attore di fiction e cavallo di punta della compagnia, dedito al corteggiamento sfrenato e agli eccessi in genere. A completare il panorama si trovano, poi, Ambrogio, nominato amministratore di compagnia per la sua veneranda età e carriera, di cui non manca mai di ricordare i fasti oltre a combattere contro la minima spesa e la minima libertà sul testo e a scontrarsi con Carlo, regista che attraverso le canzoni vorrebbe portare innovazione e contemporaneità in un Teatro che altrimenti lui definisce “vecchio e paludato”.
In occasione del Capodanno, il 31 dicembre vi sarà una replica straordinaria con festa di fine anno.
MTM Teatro Litta
Corso Magenta, 24
da martedì 17 a sabato 21 dicembre ore 20.30 – domenica 22 dicembre ore 16:30
venerdì 27 e sabato 28 dicembre ore 20.30 – domenica 29 ore 16:30
lunedì 30 dicembre ore 20.30
da martedì 7 a sabato 11 gennaio ore 20:30 – domenica 12 gennaio ore 16:30
da martedì 14 a sabato 18 gennaio ore 20:30 – domenica 19 gennaio ore 16:30
Durata dello spettacolo: 100 minuti
31 dicembre replica straordinaria con festa di fine anno
BIGLIETTERIA MTM
Corso Magenta 24, Milano
02 86 45 45 45 – biglietteria@mtmteatro.it
Prenotazioni e prevendita da lunedì a sabato dalle 15:00 alle 19:30
Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito – punti vendita vivaticket.it
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