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IL 29 OTTOBRE E’ LA GIORNATA MONDIALE DELL’ ICTUS
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L’ ictus è una delle principali cause di mortalità e una delle principali cause di disabilità. Oltre 17 milioni di persone nel mondo sono colpiti da ictus ogni anno (200mila in Italia) e sei milioni sono le vite perse per questa patologia. Ogni due secondi qualcuno è vittima di un ictus, indipendentemente dall’età o dal sesso. Dietro questi numeri, però, ci sono vite reali.

Nonostante queste statistiche sconcertanti, molte persone colpite da ictus non sono in grado di accedere alle cure, alla riabilitazione e al sostegno che potrebbero garantire maggiori possibilità di un buon recupero funzionale e una vita più sana, più produttiva e indipendente.

La Carta dei Diritti della Persona Colpita da Ictus è una priorità importante per la World StrokeOrganization (Organizzazione Mondiale dell’Ictus). Questi diritti identificano gli aspetti della cura che sono importanti per tutti i pazienti colpiti da ictus e per i loro familiari, in tutto il mondo. Già dieci anni fa nel Consensus Statement della World Stroke Organization era stato sottolineato che tutti i pazienti con ictus in Europa dovessero essere ricoverati e trattati in una Stroke Unit eppure non è ancora così per tutti e in Italia ne mancano all’appello circa il 50% rispetto al fabbisogno territoriale.

La Carta dei Diritti è uno strumento che può essere utilizzato per comunicare ciò che le persone colpite da ictus pensano sia più importante per il loro recupero. Molti aspetti di assistenza considerati importanti per le persone colpite da ictus e inclusi in questodocumento, hanno dimostrato di ridurre la mortalità e la disabilità dopo ictus.

L’ictus è la prima causa di disabilità in età adulta e può lasciare esiti neurologici come paresi di un lato del corpo, difficoltà di parola e della vista e causare l’insorgenza di epilessia e demenza vascolare” racconta la Professoressa Valeria Caso Neurologa presso l’Ospedale Misericordia di Perugia e Presidente dell’European Stroke Organizationeppure molti dei 200mila casi che si verificano ogni anno in Italia sarebbero prevenibili, ad esempio monitorando e tenendo sotto controllo l’ipertensione arteriosa (che è un importante fattore di rischio) e la fibrillazione atriale; moderni ed avanzati sistemi di monitoraggio del ritmo cardiaco, talmente piccoli da poter essere impiantati sotto la pelle, permettono di controllare le alterazioni del cuore e stabilire una corretta terapia anticoagulante, abbattendo  così il rischio di ictus e delle sue recidive.”

Lo hanno raccomandato anche i cardiologi europei nelle recentissime Linee Guida dell’European Society of Cardiology 2016 in cui è stato indicato che a seguito di un ictus criptogenico, quello di cui non è nota la causa primaria, è opportuno utilizzare un monitor cardiaco impiantabile per diagnosticare la Fibrillazione Atriale e se presente, ricorrere alla terapia con anticoagulanti orali con lo scopo di prevenire “recidive” ovvero un possibile secondo evento di ictus. Recidive che impattano pesantemente sui dati epidemiologici con circa 39mila casi l’anno pari al 20% di tutti gli ictus.

La Carta dei Diritti della Persona Colpita da Ictus non è un documento legale ma è stata sviluppata da un gruppo di pazienti colpiti da ictus e familiari/assistenti di ogni regione del mondo che hanno completato i questionari atti a capire eventuali differenze ed esigenze peculiari nelle diverse parti del mondo. Le loro risposte hanno dimostrato che ciò che è considerato importante per il recuperodall’ictus non varia in funzione del paese di provenienza.

E’ ICTUS? COME CAPIRNE I SEGNALI IN MODO R.A.P.I.D.O!

L’ictus può avere diversi modi di presentarsi, più o meno sfumati, più o meno riconoscibili. Un problema, se pensiamo che il fattore tempo è fondamentale per poter raggiungere la struttura ospedaliera dotata di una Stroke Unit e ed essere sottoposti ai trattamenti più adatti entro quella che viene chiamata ‘finestra terapeutica’ o ‘golden hour’.

“L’ictus può colpire i sensi, la parola, il comportamento e le emozioni ma anche la memoria, un lato del corpo può essere percepito come più debole oppure paralizzarsi” spiega la Professoressa Valeria Caso, Neurologa presso l’Ospedale Misericordia di Perugia e Presidente dell’European Stroke Organization“Il paziente può percepire un senso di debolezza o di addormentamento di viso, braccia e gambe, in particolare di un solo lato, vertigini, perdita dell’equilibrio e manifestare uno stato confusionale con difficoltà a parlare e capire ciò che gli viene detto, spesso riferisce anche un problema alla vista o un improvviso mal di testa”.

Se sospettate che il malore vostro o di un familiare sia ICTUS provate l’approccio RAPIDO, acronimo di:

R – RIDI – chiedete alla persona di sorridere e osservate se la bocca è asimmetrica;

A – ALZA LE BRACCIA – chiedete alla persona di alzare le braccia e verificate se riesce a sollevarne una sola;

P – PARLA – chiedete alla persona di parlare e verificate se riesce ad esprimersi in maniera comprensibile o confusa;

I – ICTUS

D – DOMANDA AIUTO – chiamate immediatamente il 118 e descrivete correttamente i sintomi in modo che gli operatori siano in grado di mandare l’ambulanza con il team adatto e allerti l’ospedale dotato di stroke unit più vicino

O – ORARIO – prendete nota dell’ora esatta in cui sono iniziati i sintomi, una informazione che sarà molto utile ai sanitari per operare entro le 4 – 6 ‘golden hour’

Maggiore è il tempo che trascorre dall’insorgenza dei sintomi, maggiore è il rischio che l’ictus provochi danni cerebrali e invalidità. Per ottenere la massima efficacia dai trattamenti è consigliabile arrivare in ospedale al massimo entro 60 minuti in modo che la prognosi sia favorevole, in questo caso, come nelle malattie cardiache, anche un solo minuto può fare la differenza.

E’ opportuno chiamare il 118 anche se i sintomi osservati hanno un andamento altalenante o addirittura sono scomparsi.

In collaborazione con:

 

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redazione Cipria Magazine
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