Ad aprile partirà la sperimentazione per regolamentare la prostituzione a Roma. Una strada dell’Eur diventerà luogo di incontri in cui le prostitute saranno tollerate. Il progetto mira ad arginare il degrado che si era creato a causa delle squillo che consumavano rapporti vicino alle case lasciando preservativi ovunque nei pressi di scuole e in strada.
Prime proteste
Il problema della prostituzione inizia a novembre 2014, quando i cittadini della zona Eur scendono in strada per denunciare sempre più degrado e per chiedere alle istituzioni di frenare il fenomeno. In periferia, infatti, la maggior parte delle volte i rapporti vengono consumati anche all’aperto, di fronte a case o bar, i clienti lasciano la strada in condizioni pessime e nessuno sembra volere farsi carico di questo problema sociale.
Zona a luci rosse
A seguito delle proteste il presidente del IX Municipio Andrea Santoro ha voluto proporre l’idea di creare una strada in cui la prostituzione fosse tollerata e regolamentata. Sarà prevista una tutela sociale e sanitaria per le ragazze da parte del municipio. Più forze dell’ordine a vigilare e illuminazione Led potenziata per rendere la zona più sicura. Non è ancora stato scelto il gruppo di strade ma sarà certo che saranno lontane dal centro e dai luoghi affollati. L’obiettivo è quello di frenare lo sfruttamento e tenere sotto controllo il fenomeno. D’accordo sono l’assessore Francesca Danese e il sindaco Ignazio Marino. Chi si prostituirà fuori dalle zone delimitate avrà multe fino a 500 euro. E Marino ha tirato fuori l’idea di spedirle addirittura a casa. Contrario il Garante della Privacy e molto critico anche il prefetto Giuseppe Pecoraro. Vedremo come si risolverà la questione multe. Il costo del progetto sembra sostenibile: si aggira intorno ai 5000 euro.
La capitale punta molo sull’iniziativa che potrebbe portare ad una valorizzazione della zona Eur. E poi si metterebbero più in sicurezza le famiglie e le ragazze ingiustamente sfruttate. E si potrebbe porre un primo gradino verso una regolamentazione statale della prostituzione. In molti Paesi del mondo, infatti, la prostituzione è considerato un lavoro vero e proprio e le ragazze pagano regolarmente le tasse. Ci sono case di appuntamenti in cui andare per consumare i rapporti, insomma, tutto alla luce del sole. Ma in Italia, dopo la legge che ha detto “no” alle case chiuse, non ci sono stati altri provvedimenti in grado di arginare il fenomeno o quantomeno in grado di porre dei confini entro i quali muoversi. Da noi semplicemente la prostituzione è illegale ma tutti la praticano e tutti lo sanno. Istituzioni, politica, gente comune. Ma nessuno si prende la briga di risolvere questo problema sociale che va avanti da anni e che potrebbe avere derive negative. Roma sta ora tentando di dare una risposta concreta. Ci riuscirà?
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