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La “cappella sistina” del Medioevo vista con un’occhio …davvero speciale!
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A Roma, all’ombra del Colosseo, un Hotel con vista da Oscar che evoca il film “La grande bellezza”

 

La "Cappella Sistina" della Chiesa dei SS. Quattro Incoronati

La “Cappella Sistina” della Chiesa dei SS. Quattro Incoronati

L’Hotel Capo d’Africa e il Monastero Agostiniano dei SS. Quattro Coronati sono “dirimpettai”: solo pochi metri separano i due edifici. Dal roof garden dell’albergo si gode di un suggestivo affaccio sull’abside illuminata della basilica, una delle chiese medievali più affascinanti e preziose di Roma. I Santi Quattro, come viene anche chiamata la chiesa, è lo scrigno di una perla preziosa: una sala affrescata nel XIII secolo, da anni chiusa per restauri, finalmente riaperta per essere ammirata in tutto il suo splendore; l’aula gotica, definita la “Cappella Sistina” del Medioevo, si può visitare in poche date e solo su prenotazione.

Capo d'Africa Exterior

Capo d’Africa Exterior

Allora, in occasione della visita, perché non fermarsi all’Hotel Capo d’Africa? Per dormire o anche solo per un piacevole drink oppure una cena al bistrot “L’Attico” sulla terrazza dell’albergo, ammirando la basilica prima dentro e poi da fuori…

E poi, trovandosi in pieno quartiere Celio, a due passi dal Colosseo, questo Hotel  “boutique” è il punto di partenza per passeggiate all’insegna della cultura, alla scoperta della Capitale.

Infatti, la posizione di questo Hotel è proprio nel cuore della Roma imperiale, tra il Foro Romano e la Domus Aurea. Questo è il quartiere Celio, rione antico e moderno allo stesso tempo, che a chiese medievali, monumenti secolari e signorili palazzi di fine Ottocento,  alterna – in perfetta armonia – simpatici locali di sapore “romanesco” e luoghi di ritrovo “trendy”. Qui, in un piacevole edificio inizio Novecento (che ospitava la scuola superiore del quartiere), si trova – come accennato – l’Hotel Capo d’Africa (4 stelle superiore), un’elegante struttura di un lusso classico-contemporaneo. Il design d’interni è dell’architetto Harry Gregory di Ara Design Consultants a Londra.

Le camere, (65) su tre piani, sono ognuna diversa dall’altra per dimensione, ma accomunate dalle calde tonalità dell’ocra, della sabbia e dello zafferano. Oltre alle sale conferenze, non manca la palestra e un garage convenzionato nelle vicinanze.

Chiesa dei SS.Coronati

Chiesa dei SS.Coronati

Vista mozzafiato

Il simbolo dell’Hotel? Le rose nere di Paolo Canevari, che “sbocciano” sulla parete della hall. Ma il fiore all’occhiello è lo splendido panorama sui monumenti della Città Eterna che si gode dal roof, dove si trovano la sala colazioni (dalle ampie vetrate) e il Bistrot “L’Attico”.  La cucina? Creativa e decisamente mediterranea. E’ proposta dello chef Antonio Apa, giovane napoletano. Ma c’è attenzione anche per i vegetariani e vegani o i celiaci. I piatti sono tutti espressi e realizzati con prodotti di qualità ed ingredienti selezionati.

Sul roof si apre anche l’“Executive Studio Suite”, con grande terrazza privata e vista mozzafiato sull’abside della chiesa dei SS. Quattro Coronati e sul Colosseo. Nel roof garden anche il bar “La Terrazza”: una gradevolissima sosta per coloro che vogliono rilassarsi gustando un drink o una prelibatezza culinaria immersi in una magica atmosfera che solo Roma sa offrire…

Info: Hotel Capo d’Africa – Via Capo d’Africa, 54 – 00184 Roma – Telefono 06.772.801 – Fax 06.772.80801 –E-mail: info@hotelcapodafrica.comwww.hotelcapodafrica.com

Ma non è tutto…

… nelle vicinanze dell’Hotel Capo d’Africa anche luoghi meno celebrati, ma non per questo meno affascinanti…

… e uno di questi luoghi è il museo archeologico all’interno dell’ex Centrale Termoelettrica Giovanni Montemartini, polo espositivo dei Musei Capitolini nel quartiere Ostiense. Un suggestivo esempio di archeologia industriale come la Tate Modern di Londra, dove tra giganteschi macchinari, caldaie e turbine nere, si collocano, in un affascinante gioco di contrasti, splendide opere di arte classica, una su tutte quella di Polimnia.

 

Musa Polimnia

Musa Polimnia

Va ricordato che il Museo Montemartini è uno straordinario esempio di “archeologia industriale” del 1912 riconvertito in sede museale, iniziato nel 1997 con il trasferimento di centinaia di sculture antiche e l’allestimento di una mostra dal titolo “Le macchine e gli dei” che accostava due mondi diametralmente opposti come l’archeologia classica e l’archeologia industriale.

Museo Montemartini_collezione

Museo Montemartini_collezione

Interno del Museo Montemartini

Interno del Museo Montemartini

Museo Montemartini_collezione

Museo Montemartini_collezione

Museo Centrale di Montemartini_collezione

Museo Centrale di Montemartini_collezione

Insomma, un particolare gioco di contrasti, accanto ai vecchi macchinari produttivi della centrale, sono esposti capolavori della scultura antica… Una visita da non perdere!

Infatti, il museo stesso è inserito all’interno di un più ampio progetto di riqualificazione della zona Ostiense Marconi, che prevede la riconversione in polo culturale dell’area di più antica industrializzazione della città di Roma. Nella stessa zona si trova anche il Museo di arte contemporanea Macro Testaccio, nel complesso ottocentesco dell’ex-mattatoio, il nuovo Ponte della Scienza, collegamento ciclo-pedonale tra le due rive del Tevere, nonché Eataly, anch’esso esempio di architettura post industriale in quanto ambientato nei vastissimi spazi dell’ex Terminal.

Info:

Centrale Montemartini – Via Ostiense, 106 – 00154 Roma – Tel. 06 574 8042 –www.centralemontemartini.org

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Stefania Bortolotti
Milanese, giornalista, con una lunga presenza sulle pagine di Selezione dal Reader's Digest, dove ha scritto di salute come argomento principale. Tema questo che l'ha sempre interessata e appassionata e che segue tuttora per diverse testate. Tra le sue passioni? I viaggi e, quando non scrive e non insegue personaggi da intervistare, si regala piacevoli soste a Santa Margherita, il mare che ha nel cuore.
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