Le cheratosi attiniche, lesioni tumorali precoci, se non curate per tempo possono degenerare in tumori della pelle non-melanoma
I tumori della pelle, in costante aumento, sono una grave minaccia per la salute di milioni di persone . Campagne di screening e diagnosi precoce, insieme alle nuove terapie, possono salvare migliaia di vite e favorire risparmi a lungo termine per la Sanità pubblica. Ma in Italia l’attenzione delle Istituzioni per la prevenzione dei tumori cutanei è ancora lontana dagli standard europei. Per questo, Euromelanoma, l’iniziativa europea di sensibilizzazione sui tumori della pelle a cui partecipano oltre 30 Paesi, ha promosso nell’Aprile del 2012 uno screening che ha coinvolto 70 rappresentanti del Parlamento italiano.
I risultati, pubblicati di recente sul prestigioso International Journal of Dermatology, evidenziano come, in questo campo, i comportamenti della classe politica non si discostino da quelli dei cittadini: stesse abitudini, con almeno due settimane l’anno di esposizione al sole durante le vacanze, e stessi fattori di rischio con sospetto di lesioni cancerose in fase precoce, rendono sovrapponibili i dati riscontrati tra i Parlamentari e la popolazione generale.
Considerando quanto emerso dallo screening, infatti, la presenza di tumori della pelle è stata riscontrata nel 14,5% del campione esaminato, e un dato particolarmente rilevante è che di questi ben il 6,5% sono risultate lesioni da cheratosi attinica, un tumore della pelle non-melanoma in fase precoce. Da qui la necessità di maggiore attenzione verso questa patologia cutanea che proprio per la sua incidenza deve essere diagnosticata per tempo attraverso appositi screening della pelle così da poter essere trattata prima della sua progressione verso una forma invasiva.
«L’obiettivo dello screening sui parlamentari è stato quello di sensibilizzare i decisori politici e richiamare la loro attenzione sull’importanza di promuovere campagne di prevenzione», afferma Ketty Peris, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Presidente di Euromelanoma Italia. «Al termine dello screening abbiamo rilevato una percentuale di lesioni sospette comparabile a quelle riscontrate nella popolazione generale. Anche questa iniziativa dimostra che è forte l’esigenza d’informazione e prevenzione: prevenire le lesioni e i tumori della pelle è più facile e meno costoso rispetto ad altre patologie ed è opportuno che le Istituzioni identifichino strategie mirate a trovare risorse da allocare in questo settore».
Meno aggressivi e conosciuti, ma molto più diffusi tra la popolazione generale, sono i tumori non-melanoma della pelle (non-melanoma skin cancer) che rappresentano complessivamente il 19,9% di tutti i tipi di tumore. Le lesioni cancerose in fase precoce, le cosiddette cheratosi attiniche, che possono precedere il carcinoma squamocellulare, sono in costante aumento, in Italia colpiscono circa l’1,4% della popolazione sopra i 45 anni, vale a dire oltre le 360.000 persone, e il 3% dopo i 74 anni, ovvero oltre 180.000 persone (Censimento popolazione, ISTAT 2011). La principale causa è la radiazione UVB dei raggi solari che induce una mutazione specifica del DNA cellulare e chi ne è affetto ha una probabilità 10 volte maggiore di sviluppare un carcinoma squamocellulare nei 12 mesi successivi se paragonato al resto della popolazione; i pazienti oltre i 65 anni hanno un rischio 6 volte superiore di sviluppare tale tumore cutaneo rispetto a chi non è affetto da cheratosi attinica .
Per questo è fondamentale trattare la cheratosi attinica come una lesione che può evolvere in un tumore cutaneo invasivo non-melanoma: in tal senso questa patologia può essere considerata un indicatore prezioso dell’aumento di rischio generale del carcinoma cutaneo. La diagnosi precoce dei tumori della pelle è fondamentale per ottenere una prognosi favorevole e aumenta le chance di successo delle nuove terapie per il trattamento delle patologie tumorali e pretumorali.
«Il valore aggiunto delle nuove opzioni terapeutiche, come per esempio l’ingenolo mebutato per il trattamento della cheratosi attinica, è che non si limitano a curare le lesioni e le zone circostanti, dimostrando peraltro una solida efficacia, ma agiscono anche in chiave di prevenzione, dal momento che sono in grado di trattare anche le lesioni che non si vedono a occhio nudo – sottolinea Giovanni Pellacani, Professore ordinario di Dermatologia e Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia – la brevità del ciclo terapeutico favorisce una maggiore aderenza al trattamento con un beneficio in termini di efficacia. Sappiamo, infatti, che in dermatologia quanto più le terapie si prolungano nel tempo tanto meno il paziente aderisce ed è più propenso ad abbandonare le cure».
Una domanda a: Giovanni Pellacani, Professore Ordinario di Dermatologia, Direttore di Clinica Dermatologica Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Professore,spesso i tumori della pelle sono preceduti da alterazioni, chiamate precancerose, come le Cheratosi Attiniche, causate da prolungate esposizioni ai raggi solari: ci può spiegare cosa sono e cosa si può fare per scongiurarne l’evoluzione cancerosa?
Le lesioni precancerose sono associate solo ai carcinomi squamocellulari; infatti, presentano delle caratteristiche di progressione tipiche dei carcinomi epiteliali. Queste lesioni della pelle sono caratterizzate dall’instaurarsi di un danno cronico da raggi solari che determina un’alterazione delle cellule che nel tempo diventa permanente e quindi difficilmente regredisce. Definiamo questa fase come “pre-tumorale” o forma precoce di tumore ancora locale, intraepidermica: in questa fase non è detto che la lesione diventi aggressiva e non è pericolosa per la vita del paziente. Dal punto di vista della prevenzione, tuttavia, è importante agire con tempestività. Cosa fare? Semplicemente, trattarla con terapie adeguate, in grado di eliminare le cellule che hanno queste potenzialità neoplastiche evolutive, in modo da ridurre il rischio e migliorare lo stato della pelle dal punto di vista sia funzionale che estetico. Le cheratosi attiniche si asportano solo in presenza di dubbi diagnostici sulla loro evoluzione, previo esame bioptico. Queste lesioni sono ben riconoscibili anche a occhio nudo: si tratta di chiazze a base arrossata con crosticine che vanno via al semplice grattamento, ma si riformano subito, e danno un leggero prurito. Spesso le chiazze, espressione di questo danneggiamento cronico, sono numerose. Le categorie più a rischio sono gli anziani, in primo luogo perché con l’aumento dell’età aumentano le probabilità che un danno solare si manifesti e anche per il fisiologico indebolimento del sistema di difesa immunitario. Altri soggetti a rischio sono le persone con pelle chiara e occhi azzurri e tutti coloro che praticano attività o professioni che li costringono a ripetute e prolungate esposizioni ai raggi solari.
Cheratosi attinica
E’ una lesione neoplastica epiteliale cutanea che si sviluppa spontaneamente come conseguenza di un’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti (UV): la sua insorgenza è quindi correlata, più che all’avanzare dell’età, all’effetto cumulativo dell’esposizione ai raggi solari o ad altre fonti UV come i lettini abbronzanti. Le lesioni possono evolvere in carcinoma squamocellulare invasivo. Per questo motivo esse vanno diagnosticate e trattate precocemente.
Fattori di rischio
I principali fattori di rischio chiamati in causa nello sviluppo della cheratosi attinica sono l’esposizione al sole intensa e reiterata e la suscettibilità (predisposizione) ai danni solari. Uno studio multicentrico tedesco ha individuato 10 variabili correlate al rischio cheratosi attinica:
- esposizione (frequente e duratura nell’arco della vita);
- storia personale (pregresse scottature solari, tumori maligni cutanei);
- storia familiare (tumori cutanei maligni);
- professione (muratori, contadini, pescatori…);
- stile di vita (velisti, golfisti, vacanze ai tropici e in barca…);
- fattori genetici e fenotipici, protezione, scottature (pregresse prima dei 20 anni);
- sesso (più colpito quello maschile) e tipo di pelle (soggetti con pelle chiara predisposta a scottature).
Profilo di rischio
La cheratosi attinica si riscontra in particolare negli individui adulti di genere maschile con pelle chiara, lentiggini, capelli rossi-castano chiari, esposti nel corso della loro vita ai raggi solari in maniera continuativa o ripetuta per ragioni di lavoro o attività ludiche. La patologia, sebbene in misura minore, può colpire anche soggetti di pelle scura. Le aree corporee interessate sono quelle più esposte: cuoio capelluto, viso, collo, mani, avambracci, piedi.
Vai all’articolo: macchie e discromie
Post a new comment