Eravamo abituati a vedere Audrey Hepburn entrare nella gioielleria Tiffany, a New York, per riempirsi gli occhi di gioia. Eravamo abituati a vedere, nelle pubblicità del brand, una modella o una coppia in procinto di sposarsi. Ma ora si cambia. Ecco uno scatto in cui appaiono due ragazzi e la scritta: ” Will you?” che sottolinea la loro intenzione di convolare a nozze. E’ la prima volta che una pubblicità parla dichiaratamente di matrimonio gay.
L’idea delle foto di Tiffany
L’immagine fa parte di un progetto più ampio, composto da sette fotografie. A scattarle è stato il grande fotografo di moda Peter Lindbergh. Tutte in bianco e nero, raffigurano coppie diverse nei vari momenti della loro relazione ma tutte vicine al matrimonio. Non a caso il brand è molto conosciuto proprio per la vendita di anelli di fidanzamento. Ma si era sempre tenuto molto attaccato alla tradizione, con campagne pubblicitarie sobrie, classiche, che raffiguravano i due promessi sposi. Ma nell’era 2.0 anche Tiffany ha deciso di dare un taglio di apertura ai propri valori. E lo fa mostrando al mondo due gay che stanno per fare il grande passo. Realmente. Infatti i due non sarebbero dei modelli ma dei veri fidanzati newyorkesi.
Pubblicità gay
L’apertura agli omosessuali nel mondo dell’informazione non è cosa nuova. Molti marchi famosi, già da qualche anno, si sono buttati in campagne nelle quali apparivano i gay. Ikea ha ritratto una coppia che va a comprare i mobili per la nuova casa, Findus il ragazzo che presenta il suo compagno alla mamma, Gap e Banana Republic due giovani modelli in atteggiamenti affettuosi. Ma se c’è chi è favorevole ad un nuovo modello di famiglia, c’è anche chi è dichiaratamente contro. Ricorderete tutti la polemica scoppiata nel Bel Paese su Barilla. Il noto brand produttore di pasta ha fatto sapere di non gradire i gay ma di volere sempre e solo, nei suoi spot, la ” famiglia tradizionale”. ” Se gli omosessuali non accettano comprino un altro marchio di pasta”, avevano dichiarato i vertici dell’azienda.
Gay nel mondo
” La chiesa è la casa di tutti”, disse poco tempo fa Papa Francesco parlando ai fedeli. Anche lui ha dimostrato una piccola apertura, affermando che la chiesa è pronta sempre ad accogliere tutti. Il mondo omosessuale è oggi diventata una realtà radicata in tutti i Paesi del mondo, e come tale, la comunità vuole avere diritti e non essere più ghettizzata. Solo negli USA sono 36 gli Stati che hanno legalizzato le nozze gay. In Italia, il passo del matrimonio sembra essere difficile, anche se le unioni civili sono state riconosciute in molte città italiane. Ma la lotta per le adozioni e per i matrimoni è ancora aperta e si preannuncia molto lunga. E’ vero che la comunità gay è molto ben organizzata per il mondo. Soho, a Londra, è un intero quartiere gay, ci sono città dove il numero di omosessuali è altissimo e dove si è creata una piccola isola felice, come Sitges in Spagna e Mikonos in Grecia. Ci sono crociere e agenzia viaggi riservate ai gay, serate in discoteca, locali, giornali, siti internet, insomma, un mondo tutto dedicato agli omosessuali. Ma se si vuole parlare di “integrazione” è bene che non siano i gay i primi a creare realtà ad hoc per le loro esigenze. Eterosessuali e non possono convivere senza rubarsi spazio e, soprattutto, possono imparare molto gli uni dagli altri. Magari mangiando un piatto di pennette Barilla insieme.
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