La cefalea è un disturbo molto diffuso. Spesso se ne sottovaluta l’importanza e la potenziale pericolosità. Non è facile vivere con l’emicrania, ma soprattutto non è facile far capire agli altri il suo reale impatto sulla vita di ogni giorno.
L’emicrania è una patologia cronica che colpisce circa il 12 per cento degli adulti in tutto il pianeta, con una prevalenza tre volte maggiore nelle donne. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), rappresenta la terza malattia più frequente al mondo e la seconda più disabilitante, comportando dunque un altissimo costo umano, sociale ed economico. Nonostante i dati epidemiologici, questo disturbo è ancora percepito da chi ne soffre, come “invisibile”, ma il dolore, per quanto lieve e che non scompare mai, alla fine debilita profondamente e fa “impazzire” il paziente. Va ricordato che l’emicrania è una forma di cefalea idiopatica ricorrente, che si manifesta con attacchi della durata di 4-72 ore. Le caratteristiche cliniche dell’emicrania sono la localizzazione unilaterale del capo, dolore pulsante, intensità media o forte, aggravamento con le attività quotidiane e associazione di nausea, vomito, fastidio al rumore e alla luce. Si può accompagnare ad altre patologie quali: disturbi dello spettro affettivo, epilessia, sindromi dolorose croniche, allergie, asma e patologie circolatorie. Le cause di questo problema non sono ancora state completamente comprese; nonostante sia stata individuata una certa familiarità, la genetica non sembra essere l’unico fattore a determinarne l’insorgenza. I tipi di mal di testa sono tanti e tutti diversi con differente manifestazione clinica e per ognuno ci può essere una soluzione specifica: dall’emicrania con aura o senza aura alla emicrania cronica, dalla cefalea a grappolo alla cefalea tipo tensivo, per ogni caso ci si deve affidare allo specialista.
“L’emicrania – esordisce la Dottoressa Antonella Memmo, Medico Chirurgo a Milano Specialista in Anestesia e Rianimazione Agopuntore – è una patologia documentata fin dai tempi dell’antico Egitto, giorno dopo giorno ci svela parte dei suoi segreti. Grazie alla ricerca sappiamo che lascia la sua impronta nel cervello e questo ci consente di fare passi avanti nella gestione clinica e terapeutica della malattia, riducendo i tempi della corretta diagnosi e di un adeguato percorso di cura. Può essere sintomo di una condizione di malattia severa o rappresentare essa stessa l’unica espressione di una situazione che peggiora la qualità della vita dei pazienti. Da questa mancanza di conoscenza del disturbo, delle cause scatenanti e dei trattamenti più adeguati, ne deriva una pericolosa trascuratezza che può evolvere nella cronicizzazione del disturbo. Lo stile di vita ha un impatto importante sull’insorgere del mal di testa: sregolatezza alimentare e dei ritmi quotidiani, sedentarietà, stress, scarsa qualità del sonno, consumo eccessivo di alcolici, sono solo alcuni dei comportamenti che possono scatenare episodi di cefalea che, se trascurati o non gestiti correttamente, a lungo andare possono richiedere l’intervento del neurologo per un trattamento specifico.”.
Dottoressa Antonella Memmo, è vero che c’è una sottovalutazione sociale dell’emicrania, situazione che spinge i pazienti a ritirarsi anche dalla vita di relazione?
Esiste una sorta di condizionamento molto forte di tutte le attività del vivere quotidiano che rendono la vita di questi malati veramente difficile. I pazienti diventano riluttanti a parlare del proprio problema all’esterno, in famiglia con il partner e i figli tutto si complica, salta l’equilibrio di coppia e l’intimità, si rinuncia e ci si rassegna e si finisce con il convincersi che è necessario cambiare vita, che non si è capaci di gestire il proprio disturbo né la propria esistenza. Da tutto ciò derivano diagnosi tardive, spasmodiche ricerche per trovare lo specialista (neurologo) che sappia gestire i trattamenti, grande utilizzo di farmaci da banco e di terapie alternative, l’isolamento.
A proposito di terapie alternative, l’emicrania con aurea si può curare con l’Agopuntura? Può parlarci di questo tipo di mal di testa?
Il cambio di stagione è un momento molto difficile per gli oltre 2,5 milioni di uomini e donne che nel nostro Paese soffrono di emicrania con aura. Nella donna l’impiego di associazioni estroprogestiniche non solo può peggiorare o addirittura scatenare le crisi, ma incrementa anche nettamente il rischio di eventi ischemici cerebrali, specie se la donna è anche fumatrice. Ma che cos’è l’emicrania con aurea? Si tratta di una particolare forma di cefalea nella quale il dolore è preceduto da alcuni sintomi reversibili visivi, motori, sensitivi, della parola e del linguaggio (se la cefalea è localizzata a sinistra). Può presentarsi in maniera esplosiva, raggiungendo in pochi minuti la sua massima severità; in altri casi l’intensità cambia in maniera graduale, presentandosi talvolta con deficit neurologici. Non si tratta un semplice mal di testa passeggero. E’ una patologia da non sottovalutare e che rende davvero difficile la vita di tutti i giorni: le crisi sono terribili e il dolore è tale da non permettere neppure a chi ne è colpito di alzarsi dal letto. I sintomi legati all’aura possono durare anche più di un’ora e determinare un’importante disabilità. Il disagio e la spossatezza post-attacco tendono poi a proseguire anche nelle 24 ore successive. Contro l’emicrania con aura sono disponibili diverse tipologie di cure. Come in ogni altra patologia alcune terapie farmacologiche possono non essere efficaci o scarsamente tollerate. Da qui la necessità nella pratica clinica di approcci alternativi per il trattamento di questa patologia come il ricorso all’Agopuntura, terapia preventiva non farmacologica. L’efficacia di questa medicina complementare nel trattamento di questa patologia, unita alla scarsità di effetti collaterali, permette di ottenere enormi vantaggi. I pazienti affetti da emicrania con aurea sono costretti ad assumere farmaci spesso pesanti e con marcati effetti collaterali. L’Agopuntura si associa inizialmente alla terapia farmacologica tradizionale. In seguito seguendo il miglioramento dei sintomi si può passare ad una riduzione della posologia dei farmaci assunti sino ad arrivare in alcuni casi alla sospensione.
Può spiegarci come l’Agopuntura contrasta l’emicrania in genere e quando è utile? Quante sedute occorrono? A che cosa è dovuta l’efficacia analgesica di questa medicina complementare?
Utile praticamente sempre: sia per ridurre il dolore che in fase di prevenzione perché riduce l’intensità e la frequenza degli episodi dolorosi. Non ha effetti collaterali; riduce lo stato di tensione, stress ed ansia spesso correlati. Diminuisce l’uso e la dipendenza dai farmaci e può dare benefici di lunga durata. L’Agopuntura è una tecnica antichissima della medicina tradizionale cinese impiegata per trattare il dolore cronico. Metodica riconosciuta dall’OMS, prevede l’applicazione di sottilissimi aghi monouso in punti specifici del corpo del paziente a seconda del tipo di dolore accusato. Per quanto riguarda l’emicrania, sembra essere un trattamento efficace per prevenirla, grazie al suo effetto analgesico e antinfiammatorio, probabilmente dovuto all’incremento di attività delle endorfine, del sistema serotoninergico e del cortisolo. Sono necessarie almeno 10 sedute, di solito a cadenza settimanale, per avere dei benefici duraturi. L’azione analgesica sembrerebbe dovuta a un incremento di attività degli oppioidi endogeni, ossia le endorfine.
Come si manifesta l’emicrania nei giovani? Per chi è più indicata l’Agopuntura?
L’emicrania non è solamente un problema di salute degli adulti. Può colpire fino all’11% dei bambini in età scolare e interessa, più o meno, un adolescente su quattro. Nei giovani i sintomi, la disabilità e le numerose problematiche alla vita quotidiana indotti dalla malattia sono aumentati a causa della pandemia e dei lockdown. La patologia, in questa fascia d’età, si presenta con caratteristiche cliniche differenti rispetto all’adulto per una minore durata dell’attacco, un dolore meno severo, una migliore risposta ad analgesico e una maggiore tendenza alla remissione spontanea. L’uso della medicina alternativa complementare nei giovani è aumentato, specialmente per il dolore e le condizioni croniche. Gli effetti benefici dell’Agopuntura tendono a terminare dopo poco tempo dalla sospensione del trattamento, mentre la sua ripetizione può causare la rapida riduzione dell’effetto terapeutico (tachifilassi). Nonostante questo, l’impiego di questa terapia può essere una valida alternativa alla cura farmacologica per le persone che soffrono di allergie o che, a causa di altre malattie, non possono assumere farmaci. L’impiego dell’Agopuntura è indicata in età pediatrica, in gravidanza e durante l’allattamento. Circa il 20% delle donne soffre di mal di testa durante la fase mestruale e gli attacchi sono in genere più lunghi rispetto a quelli ordinari: la pratica di questa metodica può essere efficace.
Dottoressa Memmo, per concludere, il suo pensiero sull’argomento trattato
I pazienti emicranici, utilizzando l’Agopuntura, hanno ottenuto notevoli miglioramenti per quanto riguarda il sollievo dal dolore oltre che sul profilo psicologico, nella qualità della vita e nella riduzione dell’incapacità lavorativa correlata all’emicrania ed i ricercatori la raccomandano, ufficialmente, come metodica terapeutica alternativa o complementare. E poi? A tutti consiglio di bere. La disidratazione è una concausa importante di violenti attacchi di emicrania. Con l’aumento delle temperature aumenta la tendenza a disidratarsi. Quindi bere spesso acqua, al limite una tisana fatta in casa ed evitare bevande gassate piene di zuccheri. Altro consiglio importante è l’igiene di vita. L’emicranico deve essere metodico. Le giornate si stanno allungando, si va a letto più tardi, si cena dopo l’orario consueto, si dorme di meno. Tutto questo ha ripercussioni negative in questi soggetti: è importante quindi non stravolgere i propri bioritmi. Infine, tenere sotto controllo l’allodinia ovvero quella sensazione dolorosa che porta il paziente con attacco di emicrania ad avvertire dolore anche per stimoli innocui, come pettinarsi, indossare gli occhiali, gli orecchini o la cravatta, toccarsi il volto o tenere i capelli legati. Dal punto di vista clinico, si tratta di un sintomo legato ad un peggiore andamento dell’emicrania, nel senso che la patologia tenderà alla cronicizzazione.
Info: Dottoressa Antonella Memmo – Medico Chirurgo a Milano Specialista in Anestesia e Rianimazione Agopuntore – memmo.anto@gmail.com
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