Il 9 settembre 2016 a Firenze si svolgerà il Salone Internazionale Pitti Fragranze, dedicato al mondo della cultura olfattiva che porterà a Firenze le migliori fragranze proposte dalla profumeria artistica.
Noi di Cipria Magazine visiteremo per voi, come sempre, gli stand e le diverse esposizioni alla ricerca di curiosità, personaggi e nuove emozioni olfattive.
In attesa raccontarvi tutte le novità che saranno presenti alla manifestazione (e per farvi entrare un po’ di più all’interno di questo affascinante mondo olfattivo), vi proponiamo un articolo che ho scritto qualche tempo fa per la rivista Vdg Magazine (Viaggi del Gusto). E’ curioso notare come accade che due mondi (cibo e profumo) apparentemente così diversi, hanno in realtà molte affinità. Leggere per credere!
LO CHEF DEI PROFUMI
Nel mondo della cucina solo chi ha acquisito competenze specifiche del campo della ristorazione ed è in grado di gestire tutti gli aspetti della cucina (dalla creazione del menù fino alla totale sorveglianza della loro preparazione) si può definire uno Chef. Nell’ambito della profumeria, invece, si chiama Maître Parfumiere, o semplicemente “naso” chi realizza le fragranze. Il suo lavoro consiste nel tradurre l’ispirazione in profumo, usando provette, bilance di precisione, e migliaia di essenze base, “creando” la fragranza così come lo chef traduce la sua ispirazione in preparazioni culinarie. Per diventare “Profumiere” ci vogliono almeno una decina di anni di studio per sviluppare la memoria olfattiva che gli permetterà di memorizzare all’ incirca 3.000 odori. E poi deve acquisire diverse conoscenze tecniche e chimiche, esattamente come gli chef di alta cucina. Noi abbiamo intervistato cinque “nasi” e abbiamo loro chiesto quanto ci fosse in comune tra il mondo dell’alta cucina e il mondo dell’alta profumeria. E le risposte, non erano per nulla scontate.
Gabriella Chieffo ha, in molte delle sue fragranze, una dichiarata ispirazione culinaria: Ragù, Acqua Salata e Variazione di Ragù, infatti traggono spunto da ricette tipiche del napoletano, il suo territorio.
“Gli odori e i sapori sono elementi fondamentali nelle esperienze sensoriali più significative, di quelle che lasciano il segno”- afferma la Chieffo. -“Sono gli odori”- prosegue la Profumiera –“ad anticipare l’esperienza del gusto, aumentandone l’attesa e predisponendo tutti gli altri sensi ad ‘accogliere’ l’imminente soddisfazione del palato”.-
Secondo Maria Candida Gentile (autrice, tra gli altri, di Elephant & Roses fino all’ultimo nato Rrose Sélavy, dedicato ad uno dei principali esponenti del dadaismo Marcel Duchamp) , invece, sarebbe scontato dire che le note gourmand e la famiglia degli aromatici sono gli odori in cui si parla più di cibo. – “In realtà, per me che sono un naso la cucina è molto di più di qualche nota -”dichiara Maria Candida”. -“Intanto perché la cucina è passione, dedizione, fatica ed estro geniale; una continua prova in cui si esprime il proprio slancio creativo e la tecnica acquisita. Ma la cucina quindi ha un suo odore che cambia ed è diverso a seconda di chi la interpreta a prescindere dalle note: un odore più profondo che io sento”.-
-“ E non dimentichiamoci del Bergamotto della Calabria o le note arancia”- afferma Francesca Dell’Oro (creatrice, dopo un trascorso nell’alta moda, design e lusso, di otto fragranze molto apprezzate nella profumeria artistica), che hanno la capacità di dinamizzarci e di infondere energia. Spesso le materie prime che odoriamo e che gustiamo, sprigionano evocazioni e sensazioni spesso contrastanti ma che ricerchiamo, anche inconsciamente, nel nostro quotidiano per tradurlo poi in fragranze uniche”.-
Nella creazione di una fragranza artistica, un po’ come quando lo chef crea le sue ricette, c’è sempre un tocco autobiografico?
-“E’ impossibile per un ‘naso’ non lasciare una propria traccia, evidente o meno in una fragranza ”- afferma Laurent Mazzone, unico Creatore francese (e uomo) tra quelli intervistati e, indubbiamente, il più eccentrico interprete dell’alta profumeria di nicchia (tra le sue creazioni Malefic Tattoo, Cicatrices ) – “nulla quanto una nota, un sillage, o un aspetto emotivo della fragranza “svelano” senza dubbio il suo creatore, la sua esperienza e di conseguenza il suo passato. In realtà la profumeria artistica ha fatto un valore aggiunto di questa caratteristica per cui le composizioni olfattive sono diari, espressioni, racconti del naso che si cela dietro il nome del marchio”-.
Come si indossa una fragranza?
Silvana Casoli (creatrice della linea di fragranze “Il Profvmo”, l’ultimo nato è Caramella d’Amore) ha creato una vera e propria ‘mappa olfattiva’ su come andrebbe indossato –“per me il profumo è come una seconda pelle. Una nuvola per tutto il corpo e sui capelli oppure a piccoli tocchi nei punti del corpo che sviluppano esaltando le fragranze (ad esempio tra i seni, sulle gambe ma anche dietro le ginocchia e dietro al collo).
Un settore, quello dei profumi della profumeria artistica, che riscuote un successo sempre crescente da parte del consumatore,anche se non sempre è facile per un non addetto capirne le differenze rispetto ad un profumo ‘commerciale’.
-“La profumeria selettiva offre schemi più artigianali e ricercati, lontana dai diktat del mercato di massa e dalle costruzioni legate alle mode e alle tendenze più tipiche della profumeria commerciale, si concede di perseguire creatività libere, senza dogmi”.- afferma Francesca Dell’Oro. La crisi economica e la massificazione dei consumi e la nascita di prodotti sempre più ‘fast’” – secondo Laurent Mazzone – “hanno determinato la necessità di possedere qualcosa che si stacca dai limiti del tempo e dello spazio, che entri nella sfera intima e che ci faccia sentire speciali, pur nel nostro piccolo. A questo si aggiunge l’indubbia qualità superiore delle creazioni olfattive d’autore, dalla scelta degli ingredienti a flaconi simbolici, firme e creatori che apprezziamo. Anche Silvana Casoli afferma che la profumeria artistica è come un mestiere d’arte ed esprime questa unicità negli ingredienti e nell’esperienza sensoriale. Non dimentichiamoci, però, che, come afferma Maria Candida Gentile, anche la profumeria cosiddetta commerciale può essere di grande livello e che, in fondo, ognuno è libero di scegliere, attraverso il proprio intuito e il proprio naso, cos’è meglio per se stessi!
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