Abbiamo chiesto ad un giovane creatore profumiere italiano, come si diventa “naso”.
Il naso, creatore di profumi, non è normalmente conosciuto dal grande pubblico, perchè per lui parlano le sue creazioni, che vivono e raggiungono la fama con un nome (di fantasia) e un marchio (dell’ azienda che lo produce e commercializza). Ma. al di fuori dei grandi circuiti commerciali, sempre di più cresce nel pubblico la voglia di fragranze speciali, uniche e di conseguenza la voglia di conoscere l’artista, perchè di veri artisti si tratta, che ha creato per noi qualcosa di molto speciale ed esclusivo. Abbiamo intervistato Luca Maffei di Atelier Fragranze, che vanta una grande tradizione di famiglia, ma con lo sguardo rivolto al futuro, creatore di profumi e gli abbiamo chiesto: come si diventa naso?
Profumieri (‘nasi’) si nasce o si diventa?
Il percorso per diventare un creatore di fragranze o “naso” è molto lungo ed impegnativo. Prima di tutto bisogna affrontare un percorso di formazione in strutture private come l’Isipca di Parigi o le scuole di profumeria all’interno delle grandi multinazionali del settore. Il primo passo è quello di sviluppare quella che viene definita la memoria olfattiva cioè saper riconoscere tutte le materie prime naturali e sintetiche utilizzate per la creazione delle fragranze, un profumiere usa una palette di circa 400/500 materie prime differenti, dopo di che si inizia a comporre qualche piccolo accordo e si studiano tutte le grandi fragranze che hanno fatto la storia della profumeria dal 19° secolo ai giorni nostri. Una volta terminato il percorso di formazione se nello studente viene intravisto del talento creativo ed un’ottima preparazione viene inserito in un laboratorio di creazione ed affiancato ad un profumiere senior il quale come un tutor lo aiuta nel consolidare la sua esperienza ed a sviluppare il suo talento creativo.
Come può un consumatore inesperto riconoscere una creazione ‘sartoriale’?
Un consumatore inesperto può riconoscere una creazione sartoriale rimanendo colpito e travolto dalle innumerevoli emozioni e sensazioni che prova sentendo la fragranza. Sarà infatti catturato dalla sua intensità e travolto dalle sue molte sfaccettature. A differenza di un profumo “commerciale” riuscirà a vivere con più intensità e patos la storia che la fragranza narra.
Quali sono, secondo voi, le differenze sostanziali fra un buon prodotto di nicchia e un buon prodotto commerciale?
La differenza principale tra un prodotto di nicchia ed una fragranza commerciale è prima di tutto nella sua originalità.Nella profumeria artistica infatti il creatore è libero di esprimere la sua creatività senza dover attenersi a canoni o a trend, sperimentando in piena libertà nuovi accordi e nuove piste olfattive.
Profumiere, pittore e musicista. Quanto hanno in comune?
Come diceva Edmond Roudnitska, uno dei più grandi profumieri del XX secolo, “per creare nuovi accordi, nuove forme olfattive, è sufficiente che pensiate “in odori” come un pittore pensa “a colori” e un musicista “a suoni” …“. Ogni creazione profumata si realizza prima nella testa del naso che riesce a immaginare come si combineranno le materie prime, come un pittore che vede il quadro prima di dipingerlo e un musicista che sente prima di suonare.
Ricerca tecnologica e creazione olfattiva: affinità o estraneità?
Ricerca tecnologica e creazione olfattiva oggi hanno grande affinità, il progresso tecnologico ha permesso di ampliare la gamma di materie prime a disposizione del profumiere per le sue creazioni. Oggi grazie a processi di estrazione molto avanzati è possibile ottenere olii essenziali di altissima qualità.
Quali le prossime tendenze olfattive?
Noi non amiamo molto parlare di tendenza perché riteniamo che il profumiere dovrebbe avere totale libertà creativa e non essere per forza influenzato o a volte vincolato dalle tendenze olfattive, ma è comunque vero che la maggior parte delle fragranze “riflettono i tempi che viviamo”. Abbiamo notato un grande “ritorno alla natura” attraverso l’utilizzo di note verdi, un maggior bisogno di leggerezza con sempre più versioni “eau”, la rosa che non tramonta mai, un revival dei fiori narcotici come la tuberosa o la gardenia, sempre più frutti rossi e note tropicali, nuovi gourmand dolci/salati o amari, sia al femminile che al maschile, un forte richiamo verso gli incensi e il patchouli e una tendenza oud che comunque resiste e si sposta su nuovi territori. Un tema che piace molto è quello dei viaggi nel mondo, ma anche l’italianità piuttosto che la letteratura o la lirica.
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