Non mi ci ero mai cimentata, ma stavolta ho voluto provarci. Parlo della pastiera: tradizionale e immancabile il giorno di Pasqua su ogni mensa napoletana. Il profumo d’arancia, di vaniglia e di cannella fanno subito primavera e mi fanno immaginare le massaie napoletane per i vicoli di Napoli che reggono orgogliosamente il “ruoto” con il dolce da regalare e…da confrontare. E mi sembra di sentire i giudizi, i commenti, i piccoli segreti svelati. Chissà se questa tradizione sopravvive così come me la immagino. Io, come sempre, vado alla ricerca della ricetta più “verace” possibile e ho seguito passo passo la ricetta tratta da un libro meraviglioso che mi ha regalato un carissimo amico napoletano: “La cucina napoletana” di Jeanna Carola Francesconi. Quindi, c’è da fidarsi.
Ho seguito la variante più ricca (quella con la crema), ecco tutti gli ingredienti
Cottura del grano
Per la pasta
Per la crema
Per il ripieno
Ho fatto la pastafrolla con gli ingredienti sopra indicati. Il procedimento credo che non sia un segreto per nessuno. Le raccomandazioni, perchè sia una vera “frolla” sono: lavorarla il meno possibile e con le mani fredde (io tengo una tazza con acqua e ghiaccio a portata di mano), poi avvolgerla nella pellicola e metterla in frigo almeno un’ora
Fate cuocere per una decina di minuti, il grano con gli ingredienti indicati (latte, burro,zucchero,vaniglia,scorza d’arancia) e lasciate raffreddare
Facciamo la crema come una normale crema pasticcera: Sbattiamo in una casseruola i tuorli con lo zucchero, diluiamo la farina con poco latte e lo versiamo sulle uova, poi sempre mescolando, aggiungiamo il resto del latte e la vaniglia, aggiungiamo la scorza di limone, mettiamo sul fuoco moderato sempre mischiando finché si addensa. Lasciare raffreddare.
Quella che vedete sopra è la pastiera formato ridotto (ne ho fatte due da regalare) già tagliate per far vedere l’interno ben cotto e compattato, nonostante fosse molto liquido.
IO NON L’HO ANCORA ASSAGGIATA! resisterò fino a Pasqua
Tempo impiegato?: circa 1 ora e mezza + la cottura
Difficoltà?: solo la fragilità della frolla, per il resto è solo questione di coordinamento delle operazioni!
Conservazione?: A Napoli dicono che è più buona dopo qualche giorno, io l’ho messa in freezer, altrimenti consiglio in frigorifero per max una settimana
Calorie?: mi divertirò a fare il conto e lo posterò
Se proprio vogliamo servirla su un elegante piatto da portata, possiamo seguire il consiglio del mitico Luca Montersino: quando la torta (qualunque torta) si è raffreddata, passarla in freezer. Quando è congelata, si estrae, un colpetto sul fondo e….esce perfetta, anche la torta più delicata. E se lo dice lui che si può fare……